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"È un diario ritrovato, la più classica invenzione del romanzo nel romanzo, a fornire ad Andrea Caterini l'opportunità di narrare una storia iscrivendola in un'altra storia. Nel racconto che fa da cornice, un giovane storico dell'arte si trova a vivere una trasferta accademica. È proprio lì, nel grigiore di una qualunque camera d'albergo, che dal manoscritto fortuitamente rinvenuto esplode una vicenda di amore e morte nella quale il protagonista non può non riconoscersi. Infatti vi si identifica per riappropriarsi, suo malgrado, della parte più nera e inconfessabile di sé, in un percorso paradossalmente ascetico, nella cui ultima stazione si cela il segreto di ogni vocazione artistica: bisogna rinunciare a se stessi per essere se stessi." Massimo Raffaeli.